Dicembre 30, 2022

Il Pancristiano. Cibo di pellegrini, viandanti, transumanti

Abbiamo contribuito alla pubblicazione del libro “Il pancristiano. Cibo di pellegrini, viandanti, transumanti”, in vendita negli uffici turistici della Valtiberina, il cui ricavato andrà interamente a beneficio delle Caritas locali.

Augusto Tocci, socio storico della nostra Banca, lo ha redatto con passione e competenza. Il Tocci è nato a Badia Tedalda nel 1938. Laureato in Scienze Forestali all’Università di Firenze, è stato direttore del Centro di Ricerca per la Selvicoltura di Arezzo ed è tuttora un divulgatore scientifico televisivo. La sua passione per la natura si è estesa nel tempo a quella per la gastronomia, in particolare ai cibi cucinati nel passato (dal medioevo fino al secolo scorso), così strettamente legati al territorio e alle stagioni.

Nel passato era il bosco a offrire gran parte di ciò che serviva per alimentarsi e curarsi, in particolare a pellegrini, viandanti e transumanti. Il pancristiano era un piatto della cucina povera, semplice da preparare e sorprendente al palato: un pezzo di pane raffermo inzuppato nel latte, nell’uovo e poi fritto. Ingredienti semplici e nutrienti che permettevano di recuperare le energie spese nel cammino.

Il Direttore Generale della Banca, Fabio Pecorari, ha scritto nella prefazione “Leggere le pagine di questo libro vi sarà utile per ricordare che in passato i pasti erano la sopravvivenza del corpo e l’utilizzo dei prodotti di stagione era la regola in assenza di metodi evoluti di conservazione. Le ricette andavano di pari passo con le stagioni, semplicemente e in modo naturale, senza sofisticazioni con semplicità. Si usava ciò che c’era, con lo spirito pratico e spartano della povertà francescana. Pochi orpelli, solo sostanza e concretezza.”

Dare valore alla memoria, riscoprire cibi genuini, vivere in luoghi sani, sono comportamenti e valori che condividiamo e che si abbinano perfettamente al nostro modo di fare banca.

Ringraziamo quindi Augusto Tocci per il suo impegno nel tramandare la memoria delle tradizioni culinarie e per ricordarci di apprezzare ciò che i nostri territori ci mettono a disposizione spontaneamente e farne buon uso.