Care Socie e cari Soci, gentilissimi Clienti tutti,
il Credito Cooperativo ha incontrato Papa Francesco in diverse occasioni ed il Santo Padre ha sempre avuto benevoli parole per il nostro movimento.
Sulle cooperative il Papa è tornato più volte nel suo pontificato. E’ impossibile non ripensare a quel 28 febbraio 2015 quando disse che “le cooperative sfidano tutto, anche la matematica, perché in cooperativa uno più uno fa tre!”.
Papa Francesco ha segnato la storia recente e della contemporaneità. Lo avevano fatto, con diversi approcci e diversi caratteri personali, anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Francesco ha aperto ulteriori orizzonti, vie nuove, responsabilità inedite. Si è occupato moltissimo di economia e spesso di cooperative e di banche di credito cooperativo. Il 16 dicembre scorso, in un’udienza concessa agli esponenti di alcune BCC ebbe a dire – tra l’altro – che “ogni volta che l’economia e la finanza hanno ricadute concrete sui territori, sulla comunità civile e religiosa, sulle famiglie, è una benedizione per tutti. La finanza è un po’ il ‘sistema circolatorio’, per così dire, dell’economia: se si blocca in alcuni punti e non circola in tutto il corpo sociale, si verificano infarti e ischemie devastanti per l’economia stessa. La finanza sana non degenera in atteggiamenti usurai, in pura speculazione e in investimenti che danneggiano l’ambiente e favoriscono le guerre”.
Più in generale, ci sembrano fondamentali almeno tre suoi scritti: quello che può essere considerato sotto molti profili il suo “documento programmatico”, la Lettera apostolica Evangelii gaudium (2013), le sue Encicliche sociali Laudato si’ (2015) (con l’inaugurazione del concetto di ecologia integrale: ambientale, sociale, economica) e Fratelli tutti (2022) che tra l’altro richiama la mutualità come ingrediente di una volontà politica e di una visione del mondo.
Ma tornando ad alcuni dei passaggi rivolti ai soci, agli amministratori, ai dirigenti, ai dipendenti delle Banche di credito cooperativo possiamo ricordare quando, sei giorni dopo la sua elezione al soglio pontificio, ebbe a dire così il 19 marzo 2013: “oggi la cooperazione è oggetto di qualche incomprensione anche a livello europeo, ma ritengo che non considerare attuale questa forma di presenza nel mondo produttivo costituisca un impoverimento che lascia spazio alle omologazioni e non promuove le differenze e l’identità”.
Il 12 settembre 2015, rivolgendosi ai soci e al personale della BCC di Roma: “Come Banche di Credito Cooperativo avete messo in pratica la sussidiarietà quando avete affrontato le difficoltà della crisi con i vostri mezzi, riunendo le forze, e non a spese degli altri. Questo è sussidiarietà…”.
E più di recente, il 29 settembre 2023, inviò un messaggio ai partecipanti alla quinta edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile: “Questa economia ‘illuminata’ ha bisogno di direzioni di largo respiro, cha aiutino la nostra società a percorrere la via del ben vivere e della generatività, e di una politica, anche economica, arricchita della partecipazione, dalla cittadinanza attiva e dalle scelte responsabili dei cittadini, nella logica della sussidiarietà che è il fondamento della democrazia”.
Nel ricordare con emozione e commozione le sue parole, le sue condotte, le sue riforme avviate e quelle portate a termine, la sua volontà di testimoniare la semplicità, ci sentiamo ulteriormente responsabilizzati ripensando a quanto scrisse a Federcasse in occasione del 130mo anniversario della fondazione della prima Cassa Rurale italiana esprimendo l’auspicio che “la ricorrenza rafforzi il genuino spirito del Credito Cooperativo, che bene interpreta i princìpi della Dottrina Sociale della Chiesa”.
Il Direttore Generale
Fabio Pecorari